Le condizioni meteo erano davvero sfavorevoli quando nel 1952 un gruppo di soccorritori ligi al proprio dovere accorse all’appello mettendo a repentaglio la propria vita. Un velivolo militare americano era precipitato sul ghiacciaio del Guggi. 50 anni dopo il ghiacciaio ha dato alla luce parti del relitto. Ogni primavera i resti riaffioravano trasportati dalla neve delle valanghe fino al ciglio del sentiero. Oggi non restano più tracce dell’incidente, ma basta rivolgere lo sguardo al ghiacciaio del Guggi per rivivere la tragedia. Le imponenti masse di rocce e ghiaccio dell’Eiger, del Mönch e della Jungfrau danno la sensazione di poterle toccare, tanto sembrano vicine quando si scende dal treno a Wengernalp. Attraverso pascoli fioriti l’itinerario si snoda dapprima in piano fino a un boschetto dove attraversa il torrente Nesselbach. Passando sotto il tracciato dello skilift si prosegue salendo verso est all’Haaregg. È consigliabile fare una sosta per godersi la splendida vista, perché ora l’itinerario diventa piuttosto ripido. Ci si può ben immaginare la fatica dei partecipanti alla maratona della Jungfrau, che a settembre si inerpicano lungo la morena glaciale fino al traguardo a 2100 metri sul livello del mare. Dopo una buona ora e mezza si raggiunge la stazione Eigergletscher, il punto più alto dell’escursione. Durante i 40 minuti di discesa alla Kleine Scheidegg delle steli informative in legno spiegano l’emozionante storia della parete nord dell’Eiger, scalata per la prima volta con successo nel 1938. Lungo il sentiero i nomi di tutti gli eroici scalatori della parete nord sono incisi nella pietra. Ma anche quelli di oltre 60 alpinisti che su questa parete hanno perso la vita. Trionfi e tragedie sono davvero vicini qui nella regione della Jungfrau.
Informazione
Escursione Nr. 1459
Pubblicato 2018 ‒
Presentato da Sentieri Svizzeri
Evelyne Zaugg