È un’elegante struttura di funi metalliche e assi di legno, lunga 270 metri, stesa come una ragnatela a 130 metri sopra il fiume. Il «ponte tibetano» sopra la gola di Sementina è un ponte sospeso, come quelli che si vedono nelle foto del Nepal o del Tibet. Attrazione imponente, apprezzata meta di gite e popolare soggetto fotografico, soprattutto nei fine settimana. Una radiosa giornata di ottobre invita a fare un’escursione da Monte Carasso nella ripida valle. Partenza nel paese di Sementina. Da qui il sentiero conduce nella gola. I castagni riparano dal sole autunnale e molte castagne giacciono lungo la strada, nascoste sotto le foglie fruscianti. Il sentiero si arrampica ripido verso la parte alta della valle. Dopo circa due ore di cammino, gli alberi si diradano svelando il grande ponte sospeso. Qui si concentrano i visitatori: tutti cercano di scattare la foto perfetta di se stessi sul ponte. «Ora tutti giù dal ponte!», dice ridendo una di loro. Un po’ innervosita, una giovane donna commenta la scena: «Questa famiglia ha già scattato abbastanza foto, ora è il nostro turno.» Un’altra la calma: «Ciascuno può starsene qui quanto vuole.» Nel frattempo la famiglia si sposta verso il centro del ponte e le giovani donne si preparano per il selfie. L’attraversamento del ponte è una vera esperienza. Dondola un po’ e attraverso le assi di legno si possono vedere le cime degli alberi laggiù in basso. Chi soffre un po’ di vertigini si aggrappa al parapetto, altri percorrono molto vivacemente la leggera costruzione. Il rientro a Monte Carasso è facile e si snoda sull’altro lato della valle. Qui, poco dopo il ponte, si incontra una vecchia carbonaia, poi si scende nuovamente attraverso boschi di castagni e prati di felci fino a raggiungere i primi rustici e palmeti.