Escursionismo in estate

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Lungo la Bisse de Clavau nei pressi di Sion Nr. 2133
Sion — St-Léonard • VS

Lungo la Bisse de Clavau nei pressi di Sion

La Bisse de Clavau è stata costruita nel XV secolo e irriga tutt’oggi i vigneti tra Sion e Saint-Léonard. I muretti a secco, con i quali è terrazzato il pendio scosceso, fanno parte dei muri in pietra più alti realizzati senza malta in Europa. L’escursione inizia alla stazione ferroviaria di Sion, passa per il centro storico e sale fino alla bisse (nome delle condutture idriche in Vallese). Da qui il sentiero costeggia il rustico acquedotto. Sul lato a monte, il muro costruito con maestria si erge perpendicolare verso il cielo raggiungendo fino a otto metri di altezza, e sul lato a valle si cammina sull’orlo di un dirupo di uguale altezza. Il sentiero è per lo più largo, ma in due punti stretti può diventare difficoltoso per chi soffre di vertigini. Due ristoranti con terrazze in mezzo alle vigne invitano a fare una sosta. Lungo tutto l’itinerario ci si può godere di uno splendido panorama fino nella valle del Rodano e sulle vette innevate della Val d’Hérens. Dopo una mezzoretta di cammino, il terreno diventa più pianeggiante, il sentiero si allarga e i muri a secco sono più bassi. Qui è possibile osservare le differenza tra i filari di viti delle singole parcelle di terreno. Alcune sono molto vecchie e hanno fusti nodosi e contorti, altre sono state piantate da poco. Nei pressi di Les Granges si inizia a scendere verso Saint-Léonard. Il pittoresco paesino è noto per il suo lago sotterraneo che può essere visitato da metà marzo a fine ottobre.
Dalla valle della Simme al lago di Thun Nr. 2134
Oey-Diemtigen — Gwatt, Moos • BE

Dalla valle della Simme al lago di Thun

Quest’escursione è ideale per le giornate di canicola. L’itinerario si snoda per lo più sotto un ombroso tetto di foglie lungo la Simme. Se nonostante ciò dovesse fare ancora troppo caldo, lungo il cammino è possibile, in più punti, mettere i piedi a mollo nel fiume. Arrivati alla meta, si potrà fare anche un tuffo nel lago di Thun. L’escursione inizia a Oey e conduce lungo le idilliache sponde della Simme fino allo sbarramento di Simmenporte. Quando la Simme trasporta molta acqua, tracima dallo sbarramento precipitando con un frastuono assordante nel vuoto. Dopo un breve tratto lungo la strada principale e passando sotto il cavalcavia autostradale, si raggiunge nei pressi di Wimmis l’area attrezzata per grigliate Herrenmätteli, dove un grande parco giochi invita a fare una sosta e un picnic. Un’altra chicca è l’attraversamento del ponte in legno portante più lungo della Svizzera, costruito solo per pedoni e ciclisti. Superato il ponte, il sentiero scende di nuovo verso la Simme, che qui sfocia nel fiume Kander. L’ultima tappa dell’escursione si allontana nei pressi di Hani dal corso d’acqua salendo su una lieve altura da cui è possibile godersi una splendida veduta sul lago di Thun. L’escursione termina a Gwatt. Chi vuole rinfrescarsi trova eccellenti possibilità di balneazione nel parco Bonstetten.
Dal borgo monastico al Montbautier Nr. 2135
Bellelay, Le Domaine — Tramelan • BE

Dal borgo monastico al Montbautier

Bellelay si trova nell’angolo più a nord del Cantone di Berna. L’ex monastero barocco dell’XI secolo continua a contraddistinguere fino ad oggi questa piccola e tranquilla località. Oggi gli edifici dell’antica abbazia ospitano una clinica psichiatrica. Si dice che il «Tête de Moine», un formaggio a pasta semidura, che a tutt’oggi viene raschiato a strati così sottili da arricciarsi a mo’ di rosette, sia stato prodotto per la prima volta dai monaci. Ad ogni modo, è consigliabile fare provviste per rifocillarsi lungo il cammino presso la «Maison de la Tête de Moine», punto di partenza dell’escursione. L’escursione verso Tramelan è anche la prima delle 20 tappe della Via Berna, la quale conduce fino al Passo del Susten attraversando l’intero Cantone. Il sentiero parte dal monastero e si snoda dapprima lungo pascoli e prati fino a una torbiera alta nascosta nel bosco. Continua per pascoli verdeggianti dove non è escluso si possano incontrare le mucche autoctone. La salita sul Montbauthier, che nei caldi mesi primaverili può fare sudare un po’, è ricompensata dalla magnifica veduta sul circostante paesaggio collinare. Un’area barbecue invita a fare una breve sosta per rifocillarsi mentre ci si gode il panorama sullo Chasseral. Dall’altopiano il sentiero riprende a snodarsi attraverso numerosi prati in fiore e boschi sulla dorsale collinare dei Prés de la Montagne fino ad arrivare a Tramelan.
Winterlicher Schwarzwassergraben Nr. 2110
Mittelhäusern — Oberbalm, Dorf • BE

Winterlicher Schwarzwassergraben

In den Schwarzwassergraben abzusteigen, fühlt sich an wie ein Abschied von der Zivilisation. Ausgangspunkt ist die S-Bahn-Station Mittelhäusern. Via zwei Bauernhöfe kommt man zur Treppe, die hinabführt zum Heitibüffel, einem mächtigen Felsen am Ufer der Sense. Der Weg verläuft flussaufwärts bis zur Stelle, an der Sense und Schwarzwasser zusammenfliessen. Entlang Letzterem geht es unter der Eisenbahnbrücke hindurch zur alten Schwarzwasserbrücke. Dort lohnt sich ein Blick über das Geländer: Das Wasser hat eindrückliche Rillen in den Sandstein gefräst. Der breite Weg führt flach entlang des mäandrierenden Schwarzwassers in das enger werdende Tal. Bei Temperaturen unter dem Gefrierpunkt entstehen an den Felswänden pittoreske Eisformationen. Je weiter man nach hinten kommt, desto einsamer wird es – auch das Handysignal verlässt einen. Gut möglich, dass man von einem Reiher begleitet wird und die ersten Spuren in den Schnee zieht. Beim Bütschelbachstäg beginnt das Pièce de Résistance: Der Weg wird schmal und steil. Weil man sich im Wald befindet, ist der Aufstieg auch im Winter begehbar. Gutes Schuhwerk vorausgesetzt – und eventuell Spikes. Wenn das Mittelland unter dem Nebel liegt, schmiegt sich dieser oft wie ein Kragen an den Rand des Schwarzwassergrabens. In Borisried, dem kleinen Weiler mit Käserei, einst berühmt für die leider aufgegebene währschafte Wirtschaft, scheint deshalb oft die Sonne. Der weitere Weg via Oberflüh hinüber zum Balmberg und am Schluss hinunter nach Oberbalm verläuft nun weitgehend entlang der asphaltierten Strasse. Das stört bei winterlichen Bedingungen nicht, weil man sich nach dem deftigen Aufstieg darauf konzentrieren kann, den berauschenden Rundblick zur Gantrisch- und Alpenkette vorne und zum Chasseral hinten zu geniessen.
Le selve dell’Alto Malcantone Nr. 2119
Arosio, Paese — Miglieglia, Paese • TI

Le selve dell’Alto Malcantone

Un tempo, nel Malcantone, la castagna era presente sulla tavola pressoché ogni giorno. Salvava le persone dalla fame. I frutti venivano raccolti nelle selve, ovvero i castagneti limitrofi ai villaggi. Nel corso dei secoli, grazie all’utilizzo e alla cura delle selve, ne è nato un paesaggio culturale unico nel suo genere. Lo si può ammirare già percorrendo la tortuosa strada che sale ad Arosio. Il Sentiero del castagno è dedicato all’omonimo albero. Segnalato con una castagna su fondo giallo, in realtà è un sentiero escursionistico circolare. I pannelli informativi lungo il percorso raccontano la cultura della castagna, dell’albero, del frutto e del loro utilizzo. L’escursione segue il Sentiero del castagno da Arosio a Breno. Sono graziosi villaggi caratterizzati da vicoli stretti, dove in inverno regna la tranquillità: se si vuole fare una sosta per rifocillarsi, è bene informarsi in anticipo sugli orari di apertura. A Breno, si abbandona il Sentiero del castagno e si imbocca la Via Tortoglio in direzione di Miglieglia. Qui il castagno non regna più sovrano. Poco prima di Miglieglia, il sentiero incrocia la strada principale. Anziché seguirla, scende in una gola e attraversa il torrente. Un’ultima salita e la chiesa di Santo Stefano al Colle di Miglieglia è già visibile.
Im Baselbieter Tafeljura von Dorf zu Dorf Nr. 2118
Anwil, Dorf — Tecknau • BL

Im Baselbieter Tafeljura von Dorf zu Dorf

Posamentendörfer nannte man diese Dörfer im Baselbieter Tafeljura früher. Weil hier in Heimarbeit Posamenten, Seidenbänder, gewoben wurden. Sie liegen für Nicht-Basler versteckt hinter der ersten Jurakette. Erst der Bau des Hauenstein-Basistunnels (1912–1916) zwischen Olten und Tecknau machte sie einfach und schnell erreichbar. Und die Reise lohnt sich! Der als «Erlebnispfad passepartout» grün ausgeschilderte Weg führt von Dorf zu Dorf. Er startet in Anwil und führt hinab über das Naturschutzgebiet Tal zu den Talweihern. Nun folgt er der noch jungen Ergolz aufwärts nach Oltingen. Ein Rundgang lohnt sich. Es ist ein hübsches, lebendiges Dorf. Weiter geht es durch einen Hohlweg hinauf zu landwirtschaftlichen Monokulturen. In der Ferne ist die Dunstwolke des Atomkraftwerks Leibstadt zu erkennen. Das Dorf Wenslingen besticht durch seine Obstgärten zwischen den Häusern. Überhaupt sind die Dörfer hier bekannt für ihre Hochstammkulturen. In Anlehnung an ihre frühere Geschichte werden die Produkte aus Steinobst unter der Marke «Posamenter» verkauft. Der letzte Abschnitt dieser Wanderung hinunter nach Tecknau führt noch einmal durch Naturschutzgebiet. Ein zwanzig Meter hoher Wasserfall und die Karsthöhle Bruderloch bilden den Abschluss dieser Baselbieter Wanderung.
Winterruhe am Hallwilersee Nr. 2116
Boniswil — Mosen • AG

Winterruhe am Hallwilersee

Im Winter ist es am Hallwilersee still. Die meisten Restaurants und Hotels haben geschlossen. Die Schiffe verbleiben in der Werft. Auch das Schloss Hallwil macht Winterpause. Keine Menschenseele weit und breit. Doch der See hat darob seinen Reiz nicht verloren. Im Gegenteil. Diese Wanderung bietet drei Stunden stilles Vergnügen. Sie startet in Boniswil. Man quert das Dorf und erreicht schon bald das Boniswiler Ried, an dessen Rand das Schloss Hallwyl steht. Ab hier folgt diese Wanderung dem rechten Seeufer aufwärts, immer der Sonne entgegen. Man kommt dabei an weiteren Rieden vorbei, später an Rebbergen, die vom milden Klima am Wasser profitieren … und immer wieder an Badehäuschen. Doch jetzt im Winter sind sie von Möwen besetzt, und am Ufer entlang schwimmen die Enten ungestört. Kurz nach dem Wellnesshotel Seerose verlässt der Weg für eine ganze Weile das Seeufer. Der Blick weitet sich nun und reicht bis in die Alpen. Nach Unteräsch führt der Weg wieder hinunter an den See und über das Altmoos nach Mosen und seinem Campingplatz, der gegenüber dem Bahnhof von Mosen liegt.
Appenzeller Panorama vom Kronberg Nr. 2115
Kronberg — Jakobsbad • AI

Appenzeller Panorama vom Kronberg

Die Gipfel der Berge, von der Rigi bis in die Allgäuer Alpen, und gleichzeitig den Alpstein zum Greifen nah: Dieses ganz besondere Panoramaerlebnis bietet der Kronberg. Nicht umsonst ist dieser Gipfel im Kanton Appenzell Innerrhoden bekannt für seine Fernsicht und darum ein beliebtes Reiseziel. Der Ausflug ist besonders an Wintertagen, an denen der Nebel zäh im Tal hockt, eine Reise wert. Sie darf der attraktiven Eisenbahnfahrt mit den Appenzeller Bahnen und womöglich mit dem Voralpenexpress wegen durchaus etwas länger sein. Den Ausflug zum Kronberg auf der Winterwanderung hinunter nach Jakobsbad zu beenden, setzt dem ganzen Vorhaben erst recht die Krone auf. Der Weg ist auch bei nebligen Verhältnissen gut sichtbar ausgeschildert. Der Abstieg beginnt beim Gipfelkreuz, das man vom Bergrestaurant in nur fünf Minuten erreicht. Er folgt dann der Krete weiter nach Osten, vorbei an der Kapelle St. Jakob, vorbei auch am Berggasthaus Scheidegg mit der wunderbaren Sonnenterrasse, hinunter zur Gallishütte und weiter zum ganzjährig bewohnten Berggut Ros. Ab hier folgt der Weg, vorbei an Appenzeller Bauernhäusern, der Strasse. Diese führt hinunter zur Talstation der Kronbergbahn. Die Bahnstation Jakobsbad liegt gleich gegenüber.
Tra il verde delle Centovalli e il blu del Lago Maggiore Nr. 2025
Rasa — Ronco sopra Ascona, Posta • TI

Tra il verde delle Centovalli e il blu del Lago Maggiore

La «Centovallina» è un trenino che percorre a ritmo lento le Centovalli. Dalla frazione di Verdasio si prende la funivia per Rasa, un incantevole villaggio ticinese non accessibile in auto e abitato solo in estate. L’escursione inizia direttamente dalla stazione a monte. Superata la chiesa e i vicoli stretti, il sentiero prosegue su un’area aperta con gradini irregolari. Gli escursionisti danno le spalle al panorama sulle Centovalli e su Rasa, prima di addentrarsi nel bosco per un bel po’. In un’atmosfera fiabesca, il sentiero si snoda su tratti rocciosi e disseminati di radici, che possono diventare scivolosi dopo la pioggia. Nel bosco è perennemente autunno: il fogliame a terra non scompare mai, nemmeno in estate, e gli alberi alti dalla chioma larga offrono una piacevole ombra nella stagione calda. Una volta superato il bosco si arriva in cima, ripagati da una vista mozzafiato sul Lago Maggiore. Impossibile non fermarsi un istante sulla panchina alla sommità della Corona di Pinz. La discesa non è impegnativa, ma è inevitabile farsi distrarre dall’incredibile vista. Ai bivi bisogna fare attenzione: molti sentieri portano a Ronco. Poco dopo Parcassone, seguendo l’indicatore di direzione giallo, si passa davanti al Grotto da Peo. Qui ci si può ristorare prima di percorrere l’ultimo e ripido tratto in discesa. Ma più è ripido, più si termina velocemente. Ben presto i gradini diventano più lunghi e all’improvviso la vista si apre sulle Isole di Brissago e sul campanile di Ronco. Dopo qualche minuto, si raggiunge la chiesa.
Betriebsamkeit und Ruhe am Grimselpass Nr. 2019
Handegg, Gelmerbahn — Grimselpass • BE

Betriebsamkeit und Ruhe am Grimselpass

Im Naturschutzgebiet Grimsel herrscht derzeit geschäftige Betriebsamkeit. Schwere Lastwagen bringen Baumaterial den Berg hinauf, Motorräder rasen durch die Kurven und erzeugen dröhnende Geräusche. Unterhalb der Staumauer des Räterichsbodensees arbeiten Bagger und Förderbänder und sortieren Kies nach Grösse. Weiter oben bei der Staumauer Spitallamm stehen zwei riesige Baukräne, die den ganzen Tag Beton in eine Schalung gießen. Die Wanderung von Handegg auf den Grimselpass führt vor Augen, welche Themen die Menschheit derzeit stark beschäftigen: Naturschutz, Energie und Verkehr. Die Wanderung führt immer wieder in ruhige und abgeschiedenen Ecken in einer grossartigen Gebirgslandschaft. Der Weg von Handegg führt leicht ansteigend über Geröll und durch einen lichten Wald bis zu einer ersten Steinbogenbrücke. Bald wird die noch junge Aare ein zweites Mal überquert, und es folgt eine steile Stufe, die zum Räterichsbodensee führt. Zusammen mit dem Gelmer-, Grimsel-, Oberaar- und Totesee liefert er seit Jahrzehnten Wasser zur Gewinnung von wertvollem Winter- und Sommerstrom. Gelegentlich sind Rufe von Kletterern auf den geneigten, vom Gletscher glattpolierten Granitplatten zu hören. Eine weitere Stufe führt zum Grimselsee, wo das Hospiz auf dem markanten Spittelnollen thront. Eine neue Staumauer wird bis 2025 direkt vor der bestehenden gebaut, da eine Sanierung zu aufwändig gewesen wäre. Der Wanderweg verläuft weiter zwischen See und Passstrasse, bis er schließlich in einigen Kehren den Wasserscheide auf dem Grimselpass auf 2164 m ü. M. erreicht.
Gipfelerlebnis im Diemtigtal Nr. 2023
Achseten, Kirche — Grimmialp • BE

Gipfelerlebnis im Diemtigtal

«Atemberaubende Aussicht», «überwältigendes Panorama», «Aussichtspunkt erster Klasse»: Zahlreiche Gipfel passen zu diesen Beschreibungen und machen sich in den Herzen der Wandernden und in den sozialen Medien die Goldmedaille um den schönsten Ort zum Bestaunen der Landschaft streitig. Da es keine rein objektiven Kriterien für die Wahl des schönsten Gipfels einer Region gibt, warum nicht den höchsten nehmen? Mit 2652 Metern über Meer überragt die Männliflue den Naturpark Diemtigtal im Kanton Bern. Aber Achtung: Um diese unglaubliche Aussicht geniessen zu können, braucht man einiges an Kondition. Der Aufstieg von Achseten auf die Grimmialp überwindet nämlich ganze 1700 Höhenmeter. Nicht fit genug dafür? Kein Problem. Man kann sich auch mit dem Otterepass «zufriedengeben» und von dort direkt absteigen. So spart man fast 400 Höhenmeter. Die Wanderung beginnt in Achseten, von wo aus die Route rasch über das Entschligetal steigt. Zu Beginn geht man auf einer Strasse, dann auf einem Weg, der teilweise durch den Wald führt. Auf der Höhe der Otterealp ist es an der Zeit, die Zivilisation mehr und mehr hinter sich zu lassen und aufsteigend in die immer wildere, aber dennoch grüne Landschaft einzutauchen. Beim Überqueren vom Otterepass hilft ein Blick nach oben zur Männliflue, um sich zu entscheiden, ob man den steilen und bei nassem Wetter rutschigen Weg hoch zum Gipfel noch in Angriff nehmen möchte oder lieber direkt zur Alp Mittelberg absteigt. Das einzig Unglückliche dabei ist, dass der letzte Teil des Wegs zur Grimmialp auf hartem Belag verläuft, was für die ohnehin schon ziemlich beanspruchten Beine nicht ganz ohne ist.
Panoramaweg zur Grossen Scheidegg Nr. 2103
Schwarzwaldalp — Grosse Scheidegg • BE

Panoramaweg zur Grossen Scheidegg

Bereits die Anreise löst Glücksgefühle aus: Vorbei am Belle-Époque-Hotel Rosenlaui und den imposanten Felswänden der Engelhörner kriecht das Postauto von Meiringen aus die engen, steilen Kurven hinauf zur Schwarzwaldalp. Im Chalet-Hotel Schwarzwaldalp am Ausgangspunkt der Wanderung darf man sich dann durchaus schon eine Stärkung gönnen – zum Beispiel eine der legendären Cremeschnitten –, bevor es dann auf dem sogenannten Romantikweg in Richtung Hornseewli und Grosse Scheidegg geht. Nach einem kurzen Stück zurück auf der Passstrasse zweigt der Wanderweg zur Brochhütte ab und steigt gehörig an. Auf den Alpweiden fallen die mächtigen Bergahorne auf, die sich im Herbst spektakulär verfärben und in warmem Gelb zu leuchten beginnen. Je weiter man auf dem Alpsträsschen die Südhänge hinaufsteigt, desto schöner wird auch die Aussicht auf die gegenüberliegenden Bergriesen und Gletscher. Für einen Abstecher zum Hornseewli verlässt man bei Pfanni den Romantikweg und nimmt noch ein paar Höhenmeter unter die Füsse. Für eine Rast am einsamen Seeli inmitten wunderbarer Blumenwiesen lohnen sich diese alleweil. Danach geht es wieder hinunter zur Alp Scheidegg Oberläger und über eine Kuppe bis Gratschärem. Hier wird der Blick frei auf die Kleine Scheidegg und die bedrohlich-schwarze Eigernordwand. Bis zur Passhöhe der Grossen Scheidegg, wo sich schwitzende Velofahrer gegenseitig auf die Schulter klopfen, ist es nun nicht mehr weit, und die folgende Fahrt mit dem Postauto hinunter ins Gletscherdorf ist mindestens ebenso spektakulär, wie es die Anfahrt war.
Familienwanderung durch Basel Nr. 2102
Basel, Schifflände — Basel, Lange Erlen • BS

Familienwanderung durch Basel

Familienwandern in der Stadt geht auch. Zum Beispiel in Basel. Auf dieser Route jagen sich die Höhepunkte einer nach dem anderen. Bereits zu Beginn steigt man in die Vogel-Gryff-Fähre, auch Klingental-Fähre genannt, und legt ab Richtung Kleinbasel. Auf dem Rhein ist viel los, von Ausflugsbooten bis zu riesigen Frachtschiffen ist allerhand zu sehen. Am anderen Ufer wandert man rheinabwärts, trifft erst auf den mächtigen Hafenkran, wenig später auf das rote britische Leuchtturmschiff, das hier gestrandet ist und heute als Kulturzentrum dient. Das Schiff wie die Buvette unter dem Kran laden zu einem Halt ein, genauso wie zahlreiche kreative Buden, die auf dem angrenzenden Zwischennutzungsareal Klybeckquai an lauen Sommerabenden Apéros und mehr anbieten. Die Kinder können auf ausgedienten Bahngleisen gehen, bequemer auch auf dem Asphalt. Der Weg ist nun gesäumt von edlen Flussschiffen, aber auch von kleinen Ausflugsbooten. Bald ist die Halbinsel und an deren Ende das Dreiländereck erreicht. Es geht wieder zurück und kurz danach am Hafenbecken 1 vorbei: Kaum zu glauben, dass sich hier einmal eine zauberhafte Auenlandschaft erstreckt hat, bevor 1922 das Hafenbecken eröffnet wurde. Ab hier folgt die Wanderung dem Flussbett der Wiese, die Dammpromenade unterquert zahlreiche Brücken von Autobahn und Zug, bevor mit der Langen Erle ein idyllischer Abschnitt beginnt. Durch einen Seiteneingang gelangt die Familie in den Tierpark Lange Erlen, der Eintritt ist gratis, und einkehren kann man auch. Die Wanderung eignet sich auch für Familien mit Kinderwagen.
Impressionen in den Freibergen Nr. 2099
Montfaucon, poste — St-Brais, village • JU

Impressionen in den Freibergen

Auf der Grenze zwischen der Schweiz und Frankreich schlängelt sich der Doubs durch die Falten eines zerfurchten Reliefs, reich an vielfältigen und überraschenden Landschaften, die es auf der Wanderung von Montfaucon nach St-Brais zu entdecken gibt. Das erste Teilstück führt, auf Asphalt, durch Les Enfers – ein wahrlich höllischer Name, hinter dem sich aber ein hübsches jurassisches Bauerndorf verbirgt. Hinunter zum Doubs geht es zunächst zwischen Feldern hindurch und danach auf einem breiten Pfad, der nach einer Waldpassage in eine Lichtung zwischen zwei Hügelzügen mündet. Der weitere Abstieg – diesmal über Weiden – endet in Soubey, wo eine Brücke den Doubs überspannt. Diese Route überquert diese jedoch nicht, sondern folgt dem Flussufer auf Hartbelag in östlicher Richtung, vorbei an einer Mühle aus dem 16. Jahrhundert, die besichtigt werden kann. Etwas weiter leitet ein Waldweg rechter Hand den Wiederaufstieg ein. Nach ungefähr einem Kilometer biegt, erneut rechts, ein ziemlich steiler Pfad ab, auf dem es hinauf bis zum an den Hang geschmiegten Dörfchen Montfavergier geht. Auf dem nächsten, fast flachen Abschnitt lässt sich noch einmal der Ausblick auf die malerischen Hügel und Täler des Clos du Doubs geniessen. Ab dem Weiler Césai beginnt der nicht allzu lange, aber nahrhafte Schlussaufstieg durch ein letztes Waldstück bis nach St-Brais, Standort der ersten Windräder im Kanton Jura.
Rundgang auf der Corbetta Nr. 2100
Les Paccots, Les Rosalys — Les Paccots, Ermitage • FR

Rundgang auf der Corbetta

Leistung und Ertrag stehen in einem Top-Verhältnis: eine gute Stunde rauf, eine zweite runter. Dazwischen viel Aussicht und ein 5000 Jahre altes Bergseelein. Am Ziel serviert das traditionelle Restaurant Le Tsalè etwa Fondue moitié-moitié oder Meringues mit Crème double. Wer am Bénichon-Sonntag im Oktober zu Gast ist, wird mit einem traditionellen Festtagsessen verwöhnt. Die Wanderung beginnt an der Bushaltestelle Les Rosalys in Les Paccots. In der ersten halben Stunde geht es vorbei an Chalets und dem Hotel Les Rosalys in den Wald hinein und über treppenförmige Wurzeln hinauf nach Les Joncs. Vom Parkplatz des kleinen Skigebiets ist der Lac des Joncs nur wenige Minuten entfernt. Der kleine Bergsee bietet seltenen Tier- und Pflanzenarten ein Zuhause. Rechts des Sees beginnt die Rundwanderung zum Gipfel der Corbetta (Circuit par les crêtes). Der steile Aufstieg verläuft mitten über eine Wiese. Rundherum thronen die Gipfel des Teysachaux, des Moléson oder der Dent de Lys. Teilweise sieht man gar bis zur Bergkette der Dents du Midi. Oben angekommen, bietet sich auf der anderen Seite ein Szenenwechsel: Das Auge schweift nun über die Landschaft zwischen Genfer- und Neuenburgersee. Auf 1400 Metern Höhe, dem höchsten Punkt der Corbetta, lädt ein Picknickplatz zur Rast ein. Danach verläuft der Abstieg über Wiesen via Lac des Joncs wieder zum Parkplatz von Les Joncs. Der letzte Abschnitt hinunter zur Bushaltestelle «Les Paccots, Ermitage» führt über Asphalt. Alternativ kann auf der Höhe des grossen Spielplatzes auf den Weg mit Holzschnitzeln ausgewichen werden, der direkt zum Restaurant Le Tsalè führt.
Familienwanderung bei Bern Nr. 2101
Bern, Elfenau — Bern Flughafen • BE

Familienwanderung bei Bern

Diese Wanderung beginnt in der Elfenau in Bern, bei der Endstation des Busses. Die letzten Häuser von Bern und Muri verschwinden bald, durch eine Allee taucht man ein in den Wald. Die Tour eignet sich gut für Familien: Sie ist auch mit dem Kinderwagen möglich. Im Abstieg zur Bodenackerfähre überquert sie zwei, drei Wurzelstellen, danach ist der gesamte Weg einfach begehbar und führt meist flach der Aare entlang. Laut Berechnung dauert die viereinhalb Kilometer lange Wanderung etwas mehr als eine Stunde – doch mit kleinen Kindern kann es gut länger werden. Die Pause im «Fähribeizli», die Wartezeit bei der Fähre, das Beobachten der Tiere in der Auenlandschaft, die Zvieripause, das Spielen am Wasser und das Beobachten der Flugzeuge im Belpmoos füllen einen kompletten Nachmittag. Die Fahrt mit der Bodenackerfähre ist eindeutig der Höhepunkt der Wanderung: Fünf Teilzeit-Fährleute befördern damit pro Jahr gegen 40'000 Personen über die Aare. Die Fähre wird das ganze Jahr betrieben, nur eine Woche im Februar ist sie in Revision. Heute ist sie die einzige von ehemals vier Gierfähren zwischen Thun und Bern. Der zweite Teil der Wanderung führt durch das Naturschutzgebiet «Selhofenzopfen» Richtung Flughafen Bern-Belp. Viele «Hündeler» sind unterwegs, Wasservögel und Insekten können beobachtet werden. Der Weg verläuft auf einem Damm zwischen Giesse und Aare. Das Grün des Wassers in Kombination mit dem Schilf und den freigelegten Steinbänken: ein majestätischer Anblick. Die Ebene im Belpmoos weitet sich, und zum Schluss braust ab und zu ein Flugzeug über die Landebahn.
In den Freiburger Voralpen Nr. 2097
Jaun, Dorf — Riggisalp • FR

In den Freiburger Voralpen

Diese Alpinwanderung in den Freiburger Voralpen überschreitet nicht nur einen Gipfel, sondern auch eine Kulturgrenze. Sie führt über den Gros Brun, zu Deutsch Schopfenspitz, vom oberen französischsprachigen Greyerz in den deutschsprachigen Sensebezirk. Ausgangspunkt ist Jaun in der Vallée de la Jogne. Vor Hunderten von Jahren aus dem Diemtigtal besiedelt, ist dieses oberste Dorf bis heute eine deutschsprachige Enklave. Von der Busstation geht es zwischen Holzchalets, die an das Diemtigtal erinnern, steil den Berg hinauf. Kurz nachdem die Route das Dorf verlässt, zweigt der Weg nach links ab und steigt zur Alp Untere Jansegg auf. Die Freiburger Voralpen sind steil, bis weit hinauf gibt es Matten, ganz oben sind sie fast senkrecht, felsig, kahl. Der Weg ist ab Punkt 1476 denn auch weiss-blau-weiss ausgeschildert. Er steigt zum gerölligen Hochtal Maischüpfen auf. Die Welt scheint hier stillzustehen, wenn da nicht ab und zu das Rieseln von Steinen zu hören wäre. Über eine mit Seilen gesicherte Passage erreicht man eine Schafweide und kurz darauf den Gipfel des Schopfenspitzes. Der Alpbogen vom Mont-Blanc bis zum Tödi breitet sich vor einem aus: einfach prächtig! Im Abstieg führt diese Wanderung durch den Breccaschlund. Steil und geröllig geht es zur Alp Combi und weiter am Fuss von Fochsen- und Spitzflue entlang dem Breccaschlund hinaus bis zur Alp Stierenberg. Die Landschaft wird nun sanfter. Man durchwandert sie ab der Alp Stierenberg via die Alp Untere Euschels bis hinüber zur Riggisalp. Vom Bärghuus Riggisalp fährt eine Sesselbahn zum Schwarzsee hinunter, was 400 Höhenmeter Abstieg erspart.
Aussichtstour auf die Wiesner Alp Nr. 2098
Davos Wiesen, Kirche — Schmitten (Albula), Innerdorf • GR

Aussichtstour auf die Wiesner Alp

Im Landwassertal oberhalb von Tiefencastel thronen die Dörfer Brienz, Alvaneu, Schmitten und Wiesen alle an einem sonnigen Plätzchen auf kleinen, fast ebenen Terrassen. Und ein paar Hundert Meter höher liegen ihre Maiensäss-Siedlungen. Dazwischen reihen sich Ausläufer um Ausläufer der Berge aneinander. Diese Wanderung besucht in einem grossen Bogen die Wiesner und die Schmittner Alp und ist auch eine schöne Exkursion in die Geschichte dieses Berggebietes. Im Brüggentobel östlich des Startpunktes Wiesen steht am Bachlauf noch heute das alte Mühlengebäude; kurz darauf trifft man bei einem Picknickplatz auf die alten Mühlsteine. Etwa zwei Stunden nach dem Start ist die Wiesner Alp auf gut 1900 Metern erreicht. Die Alp mit ihren etwa drei Dutzend Holzhäusern liegt wunderbar auf einem kleinen Hochplateau gelegen, und im Herbst ist das Panorama mit den gelben Lärchen, den rötlich gefärbten alpinen Hängen und den frisch eingeschneiten Bergüner Stöcken als Hintergrund kaum zu überbieten. 2007 entwickelte sich hier ein Kaminbrand zu einem Grossbrand, dem 14 der Gebäude zum Opfer fielen. Noch heute erkennt man die neu erbauten Hütten an ihrem helleren Holz. Etwa eine halbe Stunde weiter und verbunden mit einem beinahe ebenen Weg liegt die Schmittner Alp. Sie ist etwas kleiner, liegt aber ebenso pittoresk auf einer schwach geneigten Terrasse. Der Abstieg nach Schmitten führt am Aussichtspunkt Hirtastock vorbei. Unten in Schmitten fällt auf einem markanten Hügel die Kirche Allerheiligen auf, mit einem barocken Innenraum und einem gotischen Glockenturm.
Windwurfflächen in der Surselva Nr. 2095
Sedrun — Disentis/Mustér • GR

Windwurfflächen in der Surselva

Nirgendwo sonst in der Schweiz zerstörte 1990 der Orkan Vivian so viel Wald wie in der Surselva, im Gebiet von Sedrun, Disentis und Curaglia. Die Spuren dieses Sturms vor über 30 Jahren sind auf dieser Wanderung allgegenwärtig. Die sturmgefällten Bäume wurden damals wegtransportiert, der zerstörte Schutzwald wieder aufgeforstet. Der nachwachsende junge Bergwald unterscheidet sich schon von Weitem deutlich vom Bergwald, der damals verschont geblieben war: Es wachsen mehr Laubbäume, deshalb ist er vielfältiger und sollte kommenden Stürmen besser widerstehen können. Der grösste Teil der Wanderung folgt der Senda Sursilvana, einem Wanderweg, der in fünf Etappen durch die Region führt. Oberhalb von Sedrun macht die Wanderroute einen Abstecher ins Val Bugnei und hoch in den nachwachsenden Bergwald. Zwischen neu aufgeforsteten Bäumen stehen einzelne alte Fichten, die den Sturm überstanden haben. Nach dem Abstieg zurück auf die Senda Sursilvana leitet der Höhenweg über Wiesen und Weiden an kleinen Dörfern vorbei nach Disentis mit dem weithin sichtbaren Kloster.
Vom Basler Bahnhof auf den Mythen Nr. 2096
Mostelberg — Holzegg • SZ

Vom Basler Bahnhof auf den Mythen

Die Landschaft auf dem monumentalen Gemälde in der Schalterhalle des Bahnhofs Basel ist buchstäblich mythisch: Das Wandbild «Vierwaldstättersee» zeigt die Gipfel der beiden Mythen und den Fronalpstock. Der Kunstmaler Ernst Hodel fertigte es in den 1920er-Jahren an. Seinen Zweck, Reisende für die Schönheit der Schweizer Bergwelt zu begeistern, erfüllt es noch heute: Wer es betrachtet, wird emotional unweigerlich in die dargestellte Landschaft gezogen und vom Fernweh gepackt. Also ab in den Zug nach Arth-Goldau, von dort mit der S-Bahn nach Sattel und dann per Gondelbahn auf den Mostelberg. Auf einer Asphaltstrasse geht es durch eine Moorlandschaft zur Mostelegg, dann auf einem schönen Höhenweg mit Sicht auf Lauerzersee, Rigi und Vierwaldstättersee zur Haggenegg. Via Zwüschetmythen gelangt man zur Holzegg, wo der Aufstieg zum Gross Mythen beginnt. In insgesamt 47 Kehren – sie sind tatsächlich einzeln nummeriert – führt er auf den Gipfel. Der Weg ist meist unproblematisch, einzelne exponierte Stellen sind mit Ketten oder Geländern gesichert. Der Gipfel bietet eine grossartige Rundsicht vom Säntis über die Glarner und die Urner Alpen bis zu den Berner-Oberland-Bergen und ins Mittelland. Im Dunst der Niederungen erkennt man auch die Gegend von Seelisberg und damit den Standort, den seinerzeit Ernst Hodel einnahm, als er sein Panoramabild schuf. Man ist somit dort angekommen, wo einen das im Basler Bahnhof ausgelöste Fernweh hingezogen hat. Auf der Aufstiegsroute geht es talwärts zurück zur Holzegg und mit der Seilbahn hinunter nach Brunni. Wer noch mag, verlängert die Tour bis zur Rotenfluebahn und fährt über Rickenbach nach Hause.
Hoch über dem Aletschgletscher Nr. 2092
Bettmergrat — Riederalp • VS

Hoch über dem Aletschgletscher

Auf dieser Wanderung kann man die Folgen von schwindendem Gletschereis sehen. Weil die stützenden Eismassen schmelzen und auch der Permafrost auftaut, werden die Hänge auf beiden Seiten des Aletschgletschers instabil. Es kommt zu Felsstürzen und metertiefen Spalten im Boden, weil ganze Gesteinspakete absacken. Die Luftseilbahn von Betten auf die Bettmeralp überwindet etwa so viele Höhenmeter, wie das Eis des Aletschgletschers dick ist: 1000 Meter. Diese Dicke misst der eindrückliche, 23 Kilometer lange Aletschgletscher im Moment noch beim Konkordiaplatz. Während der letzten Eiszeiten reichte sein Eis sogar hoch bis zum Bettmergrat, dem Ausgangspunkt dieser Wanderung. Jetzt liegt der Gletscher tief unten, und jedes Jahr schwinden seine Eismassen noch mehr. Vom breiten Gratrücken im Unesco-Weltnaturerbe Jungfrau-Aletsch aus gibt es immer wieder eindrückliche Ausblicke hinunter aufs Eis und zu Matterhorn, Weisshorn und anderen Viertausendern. Bei der Bergstation Moosfluh befinden sich besonders imponierende Spalten gleich neben dem Wanderweg. Bei der Rieder Furka steht die im viktorianischen Fachwerkstil gebaute Villa Cassel. In der Villa befindet sich auch das Pro Natura Zentrum Aletsch mit vielen Informationen zur Natur im Aletschgebiet.
Aussichtsreiche Höhen in den Freiburger Voralpen Nr. 2093
St. Silvester, Dorf — Plasselb, Dorf • FR

Aussichtsreiche Höhen in den Freiburger Voralpen

Auf dieser Wanderung kann man erleben, dass auch in den Voralpen extreme Wetterereignisse wie Sturm und Starkniederschlag Schäden verursachen können. Einige Wanderminuten nach St. Silvester quert der Wanderweg eine grosse Weide mit Mutterkühen, die sich Wanderer gewohnt sind und ruhig weiterfressen. Nach Gross Schwand leitet ein mehr oder weniger deutlicher Pfad über die Weiden in den blockreichen Wald am Fuss der Chrüzflue. Umgestürzte Bäume zeugen von früheren Stürmen. Sorgfältig in den steilen Hang gebaute Stufen und an exponierten Stellen angebrachte Kabel leiten sicher hoch auf den breiten Rücken der Chrüzflue. Alte Wegspuren zeigen, dass der Wanderweg schon mehrmals von der dem Wetter ausgesetzten und entsprechend erosionsanfälligen Abbruchkante im Westen weg verlegt werden musste. Im Osten ist an einem Gegenhang auch der grosse Hangrutsch bei Falli-Hölli zu sehen, bei dem 1994 eine ganze Ferienhaussiedlung zerstört wurde. Der Gipfel der Chrüzflue bietet Sitzgelegenheiten, eine Feuerstelle und lohnende Aussicht. Der Abstieg hinunter zur Ärgera ist stellenweise etwas steil und holprig. Der Wanderweg ist in sicherem Abstand zum Bachbett angelegt. Geröll und Geschiebe am Ufer zeigen, wie wild die Wassermassen der Ärgera nach starken Niederschlägen toben können.
Sui pendii soleggiati nelle Centovalli Nr. 2094
Palagnedra — Intragna • TI

Sui pendii soleggiati nelle Centovalli

Un fuoco di bivacco spento male causò nel 2022 un incendio boschivo al di sopra di Verdasio. In questa escursione in mezzo al territorio interessato dall’incendio si resta stupiti di come sia nata nuova vita già così poco tempo dopo l’avvenimento. Dalla stazione ferroviaria di Palagnedra il sentiero escursionistico sale alla Via del Mercato, una vecchia mulattiera lungo la quale un tempo i contadini trasportavano le loro merci a Locarno, e prosegue fino a Verdasio. Dove un tempo sul ripido pendio che sovrasta il villaggio vi era un bosco, ora si ergono neri scheletri di alberi. Dopo un anno la superficie arsa non è più del tutto priva di vita. Fra i tronchi d’albero bruciati spunta il primo verde di felci ed erbe, e si vede che alcuni alberi sono sopravvissuti all’incendio nonostante la corteccia annerita. Quasi fino all’alpe Monte di Comino monconi d’albero bruciati costeggiano il sentiero. Prima di affrontare la discesa scoscesa e un po’ dissestata, il ristorante Alla Capanna con la sua bella terrazza panoramica con veduta sul lago Maggiore invita a fare una sosta. I tornanti lastricati in pietra scendono per il bosco e l’attenzione si sposta dal paesaggio ai piedi. Giunti in pianura, il sentiero prosegue per una stradina verso Intragna. Già da lontano si intravede il campanile di questo interessante paesino, il più alto di tutto il Ticino.
Zur Loge über dem Unteren Grindelwaldgletscher Nr. 2089
Pfingstegg • BE

Zur Loge über dem Unteren Grindelwaldgletscher

Im Jahr 2005 löste sich unterhalb der Stieregghütte in Grindelwald eine Moräne. Ein grosser Teil der Alpterrasse rutschte auf den Unteren Grindelwaldgletscher ab, und das Berggasthaus, das nun unmittelbar an der Geländekante stand, musste aufgegeben werden. Weil die stützenden Eismassen weggeschmolzen sind und der Permafrost auftaut, verlieren die steilen Bergflanken ihren Halt, und ganze Geländepakete rutschen ab. Heute ist es kaum noch vorstellbar, dass dieses ausgehobelte Tal bis vor wenigen Jahrzehnten noch mit Gletschereis gefüllt war. Bei der Pfingstegg, wo die Wanderung startet, ist noch nichts von diesem Drama zu sehen. Mit jeder Wegbiegung wird der Blick zu den mächtigen Fiescherhörnern eindrücklicher. Etwa auf 1600 Metern folgt der Weg einer neuen Route, die nach den Ereignissen von 2005 angelegt wurde. Früher ging es mehr oder weniger flach weiter zur Stieregghütte, nun steigt der Pfad zum neu gebauten Berghaus Bäregg auf, das auf stabilem Felsuntergrund steht. Die einladende Sonnenterrasse ermöglicht einen Blick hinunter zum Hangabriss. Wer genau hinschaut, entdeckt noch Reste der Grundmauern der Stieregghütte an der Abrisskante. Das leckere Verpflegungsangebot der «Bäregg» und die Aussicht laden vor dem Abstieg zum Einkehren ein.