Proposte escursionistiche • Sentieri Svizzeri

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Di chiesa in chiesa sopra la Valle Leventina Nr. 1857
Bodio TI — Giornico, Paese • TI

Di chiesa in chiesa sopra la Valle Leventina

Il primo tratto si snoda su una strada asfaltata attraverso il paese di Bodio, dove c’è ben poco traffico come in tutti i borghi leventinesi da quando è stata costruita l’autostrada negli anni ’80. Da Personico si sale lungo un sentiero e brevi tratti asfaltati attraverso nodosi castagneti tipici del Ticino. Il sentiero serpeggia attraverso il ripido bosco e oltrepassa un ponte in pietra fino a raggiungere il punto più alto dell’escursione dove si trova il primitivo borgo di Faidal. Persino in questo luogo ci si imbatte in una chiesetta in fondo al paese, dalla quale si gode di una fantastica veduta nella Valle Leventina. Si scende per uno stretto sentiero attraverso boschi e prati, passando per casolari e ruderi isolati. Poco al di sopra di Monda vale la pena allontanarsi dal sentiero per scoprire una cascata. Passando accanto a un oratorio, il percorso si snoda su gradini, che con il tempo umido sono scivolosi e richiedono calzature adeguate, fino a Giornico, il paese delle sette chiese, un tempo centro politico e religioso della Leventina. La veduta sulle tre chiese di San Nicolao, una delle chiese più antiche del Ticino, di San Michele e di Santa Maria del Castello lascia di stucco. Oltrepassando un antico ponte romano si attraversa il fiume Ticino e si raggiunge il centro del paese.
Escursione circolare ai laghi di Flims Nr. 1852
Flims Waldhaus, Camping — Flims Waldhaus, Spielplatz • GR

Escursione circolare ai laghi di Flims

Questa escursione è affascinante per le numerose vedute spettacolari e piacerà a grandi e piccini. Sui sentieri gradevolmente ombreggiati da conifere si aprono di tanto in tanto vedute sulle cime delle montagne circostanti, sui laghi blu intenso e sugli impressionanti strapiombi della gola del Reno. Questo piacevole contrasto di bosco e acqua rende questa escursione particolarmente variegata. La prima tappa conduce al lago di Cauma, un gioiello di lago alpino, lungo le cui sponde vale la pena fare una sosta per ammirare l’impressionante gioco di colori. Il sentiero costeggiato da eriche viola prosegue poi verso la grande radura di Conn, dove i crocus fioriscono nei prati e dalla piattaforma panoramica «Il Spir» si apre una veduta a 180 gradi sul «Little Swiss Canyon»: la famosa gola di Ruinaulta. Appena 2 km più a nord si intravede già il lago di Cresta dall’acqua cristallina, nel quale si rispecchiano le formazioni rocciose del Flimserstein e sul cui fondo si può osservare la vita subacquea. La via di ritorno al Waldhaus di Flims si snoda su un sentiero di montagna lungo la selvaggia e impetuosa gola di Felsbach. Questo tratto può essere tuttavia aggirato senza problemi optando per una variante più semplice.
Via dalla città Nr. 1853
St. Gallen St. Fiden — Horn • SG

Via dalla città

Le escursioni che partono dal centro di una grande città hanno un fascino tutto particolare. Permettono di scoprire a piedi con grande intensità e consapevolezza il passaggio dal rumore e dalla frenesia urbana alla tranquillità della natura. In questa escursione centri urbani e rurali si alternano a idilliache fattorie. Il sentiero si snoda in gran parte su strade asfaltate. Poco dopo il punto di partenza si raggiunge un boschetto lungo lo Steinbach. Dopo aver attraversato un ponte si svolta di nuovo verso la città in direzione di San Gallo Neudorf. Dirimpetto alla chiesa si trova il Giardino botanico della città di San Gallo che vale la pena visitare. Proseguendo attraverso il quartiere si raggiunge l’Höchsterwald, dove si ha per la prima volta una veduta sul lago di Costanza. Alberi da frutto in fiore, prati e la vista sul lago accompagnano gli escursionisti lungo il sentiero che costeggia l’azienda agricola Schloss Watt e imponenti fattorie con spacci e caffè per raggiungere prima Mörschwil e poi Horn. In seguito si svolta in direzione di Grund in un piccolo bosco seguendo le indicazioni per Tübach. A destra si vede il monastero di Santa Scolastica. Infine si giunge a Horn, nel Canton Turgovia. È d’obbligo fare una puntatina di una ventina di minuti sul lungolago: la meta era infatti di andare dalla città al lago.
Fonti energetiche nel Giura bernese Nr. 1854
Mont-Soleil Funiculaire — Les Reussilles • BE

Fonti energetiche nel Giura bernese

Come si sarà mai sentito Don Chisciotte trovandosi dinanzi al mulino a vento? Durante questa escursione è possibile avere davanti agli occhi la più celebre scena dell’omonima opera di letteratura classica. Come giganti le turbine alte fino a 150 m si stagliano nel paesaggio collinare del Mont Soleil. Fanno parte del primo e più grande parco eolico della Svizzera. Ma a differenza dal romanzo non vengono sfidate da un sedicente cavaliere, ma dal vento. Per questo i giganti sono ancorati saldamente nella roccia calcarea giurassiana. Punto di partenza è la stazione a monte della funicolare che porta al Mont Soleil. L’omonima vetta, il punto più alto della Montagne du Droit, la si raggiunge dopo una breve salita. Qui si trova l’impianto fotovoltaico un tempo più grande d’Europa. Strada facendo dei pannelli forniscono informazioni sulla centrale elettrosolare costruita una trentina di anni fa. La discesa verso Les Breuleux si snoda attraverso prati e un’incantevole foresta di abeti rossi. All’uscita del paese si deve stare molto attenti alle segnalazioni. Costeggiando estesi pascoli e attraversando un boschetto si raggiunge lungo un sentiero campestre la meta dell’escursione: la stazione ferroviaria di Les Reussilles. E si è contenti che anche l’energia umana è rinnovabile.
Dall’Altopiano vodese al Lavaux Nr. 1855
Palézieux — Mont-Pèlerin station • VD

Dall’Altopiano vodese al Lavaux

La torre della televisione alta 122 metri sulla vetta del Mont Pèlerin, visibile già da lontano, indica la strada da seguire. Si arriva alla piattaforma panoramica con un ascensore. Chi rinuncia a salirvi, sarà comunque premiato da uno splendido panorama una volta arrivato alla meta dell’escursione. Il punto di partenza dell’escursione è davvero facile e veloce da raggiungere, in quanto tutti i treni rapidi che circolano tra Losanna e Berna si fermano nella piccola località di Palézieux. Fino al limite del bosco sopra a Granges il percorso si snoda su una strada asfaltata. Una salita attraverso il bosco porta alla cima poco appariscente del Mont Chesau da dove si vede per la prima volta il lago di Ginevra. Attraverso un grande prato, che in aprile si tinge del giallo e bianco del tarassaco e a maggio è punteggiato di bianco dei narcisi, il sentiero scende all’accogliente Buvette du Mont-Cheseaux. Costeggiando i prati e attraversando il bosco, il sentiero si inerpica verso la torre della televisione. La discesa si snoda attraverso un incantevole bosco. L’ultimo tratto piuttosto ripido che scende in paese lo si supera scendendo per scalinate costruite in modo spettacolare nella roccia. Poco dopo si arriva alla stazione a monte della funicolare che scende a Vevey. Sulla terrazza del ristorante accanto ci si potrà godere un bell’aperitivo insieme alla suggestiva veduta sul lago.
Escursione in altura nell’Alta Argovia Nr. 1856
Dürrenroth • BE

Escursione in altura nell’Alta Argovia

L’escursione nel dolce paesaggio collinare entusiasma per grandiose vedute e stupendi scorci nelle silenziose vallate coperte di boschi. Inoltre lungo il cammino si incontrano imponenti fattorie. Dürrenroth è un gioiellino della cultura edilizia rurale con un nucleo storico d’importanza nazionale. Dalla piazza del paese l’itinerario si snoda in discesa verso la linea ferroviaria e la strada, dove il sentiero si fa subito ripido. Passando per ghiaioni soleggiati si raggiunge ben presto Chabisberg. I seguenti cinque chilometri del tragitto offrono una superlativa esperienza escursionistica in altura. Poco dopo Gansberg il tragitto può essere accorciato passando per Walterswil. L’itinerario vero e proprio si snoda più in alto attraverso campi e tratti di bosco verso Gschwend, dove inizia la discesa verso Ursenbach. La sua chiesa vanta pregevoli vetrate risalenti al 1520, periodo aureo della pittura vetraria. Altrettanto rinomata era la taverna «Löwen», situata nel mezzo di un importante itinerario postale, dove all’epoca venivano cambiati i cavalli delle carrozze postali. La via di ritorno per Egg e Höchi regala agli escursionisti un panorama alpino altrettanto stupendo. Ritornati a Dürrenroth varrà la pena visitare la chiesa, il cui campanile ospita una delle campane più antiche della Svizzera, risalente al 1392.
Il paesaggio golenale nella valle dell’Entschlige Nr. 1848
Frutigen • BE

Il paesaggio golenale nella valle dell’Entschlige

A solo una mezz’ora da Frutigen si trova un angolo di natura selvaggia. Nel largo alveo del fiume Entschlige, quando è basso il livello dell’acqua, è possibile divertirsi a giocare e sguazzare insieme ai bambini. A metà cammino si attraversa il fiume su uno dei ponti sospesi più lunghi d’Europa. L’escursione inizia alla stazione ferroviaria di Frutigen e seguendo il cartello indicatore «Holzskulpturweg» (sentiero delle sculture lignee) risale lungo il fiume Entschlige. Appena fuori dal paese ci si imbatte già nelle prime sculture: il lupo e Cappuccetto Rosso. Ai margini dell’area naturalistica protetta «Engstligenauen» si trova l’area barbecue Gand con un grande focolare. Lungo prati e pascoli verdi, attraversando boschi radi, si prosegue per il paesaggio golenale fino a raggiungere il ponte sospeso Hostalde. Una breve e ripida salita su gradini conduce su al ponte. Una volta giuntivi, ci si potrà godere di uno splendido panorama. Dopo aver fatto sosta nella locanda «Hängebrügg-Beizli», il sentiero si snoda attraverso prati e faggeti poco fitti al di sopra dell’Entschlige per poi tornare a Frutigen. Si incontrano le sculture della volpe e dell’orso, e di tanto in tanto fra gli alberi è possibile scorgere il torrente. L’ultimo tratto è asfaltato e conduce a Frutigen costeggiando le vecchie case rurali.
Di borgo in borgo nella campagna lucernese Nr. 1849
Adligenswil, Dorf — Meierskappel, Dorfplatz • LU

Di borgo in borgo nella campagna lucernese

La veduta sul monte Rigi, la regina delle montagne, e sul lago dei Quattro Cantoni e sul lago di Zugo ci accompagna durante tutta l’escursione alle porte di Lucerna. Lungo dolci colline, si segue un tratto del sentiero panoramico alpino, passando alternativamente per campi assolati e panoramici e – per lo più su strade asfaltate – attraversando centri abitati. Dal punto di partenza ad Adligenswil si sale a una prima altura e ben presto si scopre uno stupendo panorama sulle montagne della Svizzera centrale. Il sentiero conduce a Udligenswil costeggiando prati verdeggianti punteggiati da alberi da frutto in fiore. Cammin facendo, ci si imbatte in alcuni spacci di fattorie e caffè che invitano a fare una sosta. L’escursione prosegue poi per Michaelskreuz, un’altura con una piccola cappella. Il suo nome deriva da una croce di legno, in luogo della quale nel 1436 fu eretta una cappella in legno, in seguito sostituita da una in pietra e ristrutturata qualche anno fa. La cappella troneggia sul Rooterberg, dal quale si gode di una grandiosa veduta sul lago di Zugo e sulle montagne circostanti. Dopo aver ammirato questo splendido panorama a 360°, si ridiscende seguendo il sentiero verso Meierskappel e di tanto in tanto si può scorgere ancora una volta il lago di Zugo. La veduta sul monte Rigi, la regina delle montagne, e sul lago dei Quattro Cantoni e sul lago di Zugo ci accompagna durante tutta l’escursione alle porte di Lucerna. Lungo dolci colline, si segue un tratto del sentiero panoramico alpino, passando alternativamente per campi assolati e panoramici e – per lo più su strade asfaltate – attraversando centri abitati. Dal punto di partenza ad Adligenswil si sale a una prima altura e ben presto si scopre uno stupendo panorama sulle montagne della Svizzera centrale. Il sentiero conduce a Udligenswil costeggiando prati verdeggianti punteggiati da alberi da frutto in fiore. Cammin facendo, ci si imbatte in alcuni spacci di fattorie e caffè che invitano a fare una sosta. L’escursione prosegue poi per Michaelskreuz, un’altura con una piccola cappella. Il suo nome deriva da una croce di legno, in luogo della quale nel 1436 fu eretta una cappella in legno, in seguito sostituita da una in pietra e ristrutturata qualche anno fa. La cappella troneggia sul Rooterberg, dal quale si gode di una grandiosa veduta sul lago di Zugo e sulle montagne circostanti. Dopo aver ammirato questo splendido panorama a 360°, si ridiscende seguendo il sentiero verso Meierskappel e di tanto in tanto si può scorgere ancora una volta il lago di Zugo.
Spettacolari conduttura idrica Nr. 1850
Icogne, village — Chermignon-d'en-Bas • VS

Spettacolari conduttura idrica

In questa escursione si può scoprire un capitolo della storia enologica del Vallese. La Grand Bisse de Lens, che oggi appartiene al patrimonio culturale di Crans-Montana, fu costruita nel XV secolo per irrigare tra l’altro i vigneti. Senza acqua, niente vino! Da Icogne si seguono i cartelli indicatori per la Grand Bisse de Lens. Sempre seguendo il corso d’acqua, il sentiero serpeggia sotto ombrosi abeti attraverso campi e prati fino a Revers du Châtelard. In questo punto la veduta su Sion e sulle montagne attorno a Les Diablerets è semplicemente fantastica. Da lì il corso d’acqua scorre a filo della ripida parete rocciosa e lo stretto sentiero di primo acchito sembra piuttosto avventuroso. Una corda e parapetti mettono in sicurezza questo tratto di sentiero. Incredibile a che pericoli e fatiche si siano esposti i vallesani per costruire quest’opera. Arrivati al contrafforte del Châtelard (1030 m s.l.m.), un belvedere invita a fare una sosta e ammirare il panorama. Da qui si ha una vista aperta sulla valle del Rodano. Sempre da questo punto una deviazione conduce in cima alla collina del Châtelard, dove si erge la monumentale statua del Cristo Re. Un po’ meno spettacolare e più rilassante il sentiero prosegue, sempre costeggiando la conduttura idrica (chiamata «Suone» in tedesco e «bisse» in francese) fino al borgo vinicolo di Chermignon-d’en Bas.
Nel paradiso dei ciliegi Nr. 1851
Frenkendorf, Dorfplatz — Gempen, Dorf • BL

Nel paradiso dei ciliegi

L’escursione conduce a due belvedere su delle pareti rocciose (flue), i tipici punti di distacco roccioso del Giura tabulare basilese. Insieme offrono quasi un panorama a 360 gradi; chi salirà anche sulla torre di Gempen potrà addirittura ammirare tutto il panorama a 360 gradi. L’escursione parte dalla piazza del paese di Frenkendorf e sale fino alla Schauenburgerflue passando per Adlerhof. Già i Romani apprezzavano la splendida vista sul Säntis ad est e vi eressero un tempio. Oggi ne è rimasto testimone solo un quadrato delle mura esterne, di cui un angolo è già andato distrutto dal distacco roccioso. Proseguendo lungo la parete rocciosa (il sentiero per un breve tratto non è segnalato) si arriva ai ruderi della rocca Alt-Schauenburg e attraversando il bosco Gmeinacher si raggiunge Stollenhäuser: il cuore di un’imponente coltivazione di piante di ciliegio ad alto fusto con oltre 1200 alberi, alcuni dei quali con più di 150 anni. Da lì si prosegue in leggera salita sul dorsale della Schartenflue, dal cui belvedere è possibile ammirare il panorama verso sud e verso ovest. Al sud le Alpi, a ovest la Sundgovia e i Vosgi. Manca solo ancora la veduta verso nord sulla Foresta Nera, che può essere però ammirata salendo sulla torre di Gempen. Solo la veduta verso est è preclusa da un bosco. Ma questa ce la si è già potuta godere dalla prima parete rocciosa.
Durchs Kirschblütenland von Gempen nach Liestal Nr. 1358
Gempen, Dorf — Liestal • BL

Durchs Kirschblütenland von Gempen nach Liestal

Kirschen schmecken nicht nur gut, sie sehen auch schön aus – besonders im Frühling, wenn die Kirschbäume, in voller Blüte sind. Die Region um Büren, Nuglar und St. Pantaleon im Solothurner Schwarzbubenland ist ein Paradies für «Bluescht»-Liebhaber: 10 000 Kirschbäume sollen hier stehen, alles stattliche Hochstämmer. Zusammen mit den blumenreichen Streuobstwiesen prägen sie das Landschaftsbild, die hübschen Dörfer vervollständigen die Harmonie. Man wähnt sich in längst vergangenen Zeiten; das geschäftige Basel, wo man eine halbe Stunde vor Beginn der Wanderung stand, ist weit weg. Wegen seiner Höhlen, Trockentäler, Dolinen und Bergstürzen fungiert das Gempenplateau im Bundesinventar der Landschaften und Naturdenkmäler von nationaler Bedeutung. Entsprechend abwechslungsreich ist der Weg, der erst am Spitzenflüeli vorbei und danach entlang kleiner Schluchten und Täler durch einen Wald Richtung Büren führt. Vor Büren dann fangen sie an, die mit Kirschbäumen bestandenen Hänge. Kleine und grosse, junge und alte, knorrige und zurechtgeschnittene – der Vielfalt an Bäumen scheinen keine Grenzen gesetzt. Ihre schneeweissen Blüten leuchten mit der Sonne um die Wette. Nach der Passage durch Büren setzt sich das Bild fort, Waldabschnitte wechseln ab mit Kirschbaumpassagen. Ab und an lohnt sich ein Blick in die Ferne, der über die Anhöhen des Jura bis zu den Alpen reicht. Ist das verträumte Nuglar passiert, ändert auch die Landschaft. Erst durchs tief eingeschnittene Brunnenbachtal, dann über die weite Kuppe der Sichteren, wird Liestal erreicht. Kirschbäume machen sich hier rar, dafür tritt der Wald umso mehr in Szene. Im Frühjahr bezaubert er in schönsten Grüntönen.
Via Hôtel Weisshorn zum Lac du Toûno Nr. 1897
Zinal, centre — St-Luc, poste • VS

Via Hôtel Weisshorn zum Lac du Toûno

Planetenweg, Observatorium François-Xavier Bagnoud, Planetarium: St-Luc ist die Hauptstadt der Astronomie für jedermann. Ende der 1980er-Jahre hatten zwei Wissenschaftler aus der Region die Idee, die Himmelskunde zum Thema touristischer Attraktionen zu machen. Der Astrophysiker und Nobelpreisträger Michel Mayor ist ein Botschafter des «Bergdorfs der Sterne», das Besuchern des Val d’Anniviers eine einzigartige Kombination von Wissenschaft und Natur bietet. Den Sternen ein wenig näher kommt man auch auf der zweitägigen Wanderung von Zinal über das historische Hôtel Weisshorn und den Lac du Toûno bis nach St-Luc. Ab «Zinal, Centre» führt die Wanderland-Route Nr. 6 bis zum Hôtel Weisshorn, dem Ziel des ersten Tags der Wanderung. Nachdem die ersten 500 Höhenmeter erklommen sind, folgt, nun auf flacherem Gelände, ein Panoramaweg mit herrlichem Blick auf mehrere Viertausender. Nach der Übernachtung im geschichtsträchtigen Hotel geht es zum Start des zweiten Tags auf einem Bergweg nach Les Faches und weiter zum Lac du Toûno. Vom See aus unternehmen trainierte Wanderer einen Abstecher auf den über 3000 Meter hohen Gipfel des Toûno und folgen dazu den blauen-weissen Markierungen. Zurück auf Les Faches biegt die Route nach rechts ab und führt hinunter Richtung St-Luc, vorbei an den Cascades de Vuibiesse und entlang des Torrent des Moulins. Auf Le Prilett bietet sich die Gelegenheit für eine Stärkung, bevor die Wanderung nach einem letzten Stück auf asphaltiertem Untergrund bei der Bushaltestelle «St-Luc, Poste» zu Ende geht.
Auf und ab im Tössbergland Nr. 1803
Atzmännig, Schutt — Lichtensteig • SG

Auf und ab im Tössbergland

Trotz seines markanten Reliefs wird das Tössbergland dem Mittelland zugeordnet. Dabei erschient es wie ein veritables Gebirge, zwar nicht sehr hoch, aber mit steilen Hügeln und ausgedehnten Graten. Erst gegen Ende der Alpenfaltung entstand das Tössbergland aus Nagelfluhgestein. Dieses tritt oft unter der dünnen Humusschicht hervor und bildet skurrile Formationen neben dem Wanderweg. So ist denn zu Beginn dieser Wanderung ein recht strenger Aufstieg zu meistern. Steile Pfade, hohe Tritte und der Nagelfluhuntergrund, der sich unter den Schuhsohlen streckenweise wie Kugellager anfühlt, fordern Schnauf und Schweiss. Es lohnt sich, zeitig zu starten oder einen nicht zu heissen Wandertag auszuwählen. Die Anstrengung ist es wert, denn die weiten Grate versprechen grenzenlose Sicht und unendlichen Himmel. Zu Beginn ist es wichtig, die Richtung Oberchamm einzuschlagen. Nach einer kühlen Waldpartie steigt der Wanderpfad hinauf zur Chrüzegg. So heisst das Bergrestaurant, aber auch der Gipfel. Bei einer Verzweigung kann man direkt zum Restaurant gehen, doch es lohnt sich, über die Chrüzegg zu wandern. Die Sicht über den halben Alpenbogen und zum Zürichsee ist fantastisch. Mit Blick zum Säntis und zu den Churfirsten leitet der Weg vom Restaurant Chrüzegg zum Alplisattel, dann steil hinunter nach Altschwil. Eine Hartbelagstrecke führt über Egg bis etwa Schwendi. Danach geht es wieder auf Wanderpfaden über Grünland und durch Wälder via Grueben allmählich hinab bis Lichtensteig. Schon von Weitem beeindruckt das malerische Bild des mittelalterlichen Städtchens. Wer Zeit hat, unternimmt noch einen Rundgang durch die Laubengänge und Gassen.
Sonne geniessen vor den schattigen Diablerets Nr. 1802
Col-du-Pillon, Glacier 3000 • VD

Sonne geniessen vor den schattigen Diablerets

In längst vergangenen Zeiten war der Sanetschpass als Übergang von Bern ins Wallis eine wichtige Verbindung. Als im 19. Jahrhundert der Strassenbau aufkam, galten jedoch andere Kriterien: Das Gelände am Col du Pillon ist deutlich flacher, und die Scheitelhöhe liegt auf 1546 Metern rund 700 Meter tiefer als diejenige des Sanetschpasses. So wurde von 1840 bis 1885 die Strasse von Aigle her bis ins bernische Gsteig gebaut. Der Col du Pillon hat heute vor allem touristische Bedeutung. Die meisten, die auf dem Pass aus dem Postauto steigen, eilen mit ihren Skis gleich zur Luftseilbahn, um ins Diablerets-Gebiet weiterzureisen – zum Glück für alle Schneeschuhwandernden. Etwa hundert Meter müssen auf der Strasse in Richtung Les Diablerets zurückgelegt werden, dann beginnt der Schneeschuhtrail «Parcours du Rard». Nach ein paar Kehren auf einem schneebedeckten Strässchen biegt er nach rechts auf einen Sommerweg ab. Durch Wald, einige Bachläufe querend und mehr und mehr über Lichtungen strebt die gut markierte Route der Alp Le Rard entgegen. Die Lage des Trails ist ideal: Auf der sonnigen Seite des Col du Pillon lässt sich gut aufgewärmt die Sicht auf die schattige Talseite mit dem mächtigen Diablerets-Massiv geniessen. Bei Le Rard wendet sich der Trail schon wieder in die andere Richtung. Wem dies zu schnell geht, kann bis zur Alp Iserin zu den Alphütten wandern, die in Sichtweite und in wenig steilem Gelände, aber nicht auf markierten Routen liegen. Der Rückweg führt zum Lac Retaud. Das Restaurant am zugeschneiten See bewirtet seine Gäste auch im Winter. Zurück zum Col du Pillon geht es wieder über das Strässchen, das man mit Winterwandernden teilt.
Panoramawanderung zwischen Freiburg und Waadt Nr. 1806
Jaman • VD

Panoramawanderung zwischen Freiburg und Waadt

Berge, Seen und Blumen erwarten die Wandernden in dieser alpinen Entdeckungswelt. Diese Rundwanderung bietet eine landschaftliche Vielfalt. Ausgangspunkt ist die Zahnradbahn-Haltestelle Jaman. Da die Bergwanderung in der Höhe mit frischeren Temperaturen beginnt, ist sie ideal, um der Sommerhitze zu entfliehen. Zunächst geht es in Richtung Col de Bonaudon. Nach einem kurzen Abstieg führt ein schöner Weg direkt zum Pass oberhalb des Intyamon-Tals. Hier entspannt der Blick auf die Freiburger Voralpen, bevor die Wanderung in Richtung Naye d’en Haut fortgesetzt wird. Vor dem Aufstieg über die lange Treppe können Mutige die berühmten Höhlen Grottes de Naye besuchen. Eine Stirnlampe wird dazu benötigt.In Naye d’en Haut bieten sich zwei Möglichkeiten, zum höchsten Punkt der Wanderung zu gelangen: Entweder den Weg, der direkt zur Haltestelle und zum Restaurant Rocher de Naye führt oder man wandert dem Grat entlang über den Gipfel und steigt dann in Richtung Station ab. Hier empfiehlt sich unbedingt ein Besuch im botanischen Alpengarten!Der darauffolgende Abstieg in Richtung Sautodoz ist stark abschüssig und erfordert Konzentration. Bei der ersten Weggabelung geht es nach rechts. Bei der folgenden Gabelung, nach der steilen Geländerinne, schlägt man den Weg in Richtung Chamossale ein. Auf der Alp führt ein angenehmer und schattiger Weg mit einer fantastischen Aussicht zu Dent de Jaman und Genfersee an den Ausgangspunkt zurück.Wandernde, die noch genug Energie haben, machen den Abstecher auf den Dent de Jaman. Ansonsten können sie sich in der Buvette de Jaman stärken, bevor die Zahnradbahn zurückfährt.
Spektakuläre Höhenwanderung durchs Bergell Nr. 1779
Casaccia, Villaggio — Soglio, Villaggio • GR

Spektakuläre Höhenwanderung durchs Bergell

Die Kastanie ist untrennbar mit dem Bergell verbunden. Die Römer brachten sie vor 2000 Jahren ins Bündner Südtal. Heute machen die Bergeller aus ihr so feine Sachen wie Kuchen, Brot, Honig und Teigwaren. Ein ordentliches Stück Kastanienkuchen verträgt, wer sich an die siebenstündige Tour von Casaccia durchs Val Maroz und Val da Cam nach Soglio wagt. Es locken eine nahezu unberührte, archaische Berglandschaft, ein verträumtes Seelein, weite Hochtäler und der Panoramablick auf Badile, Cengalo, Bondasca, Sciora und Co. Wie eine Trutzburg stehen die Bergeller Bergspitzen da. Steil, dunkel und abweisend. Eine unvergessliche Kulisse. Die Wanderung verlangt von Anfang an vollen Einsatz. Steil ist der Direktanstieg über der Schlucht des Wildbachs Maira nach Maroz Dora, wo die steinerne Bogenbrücke ein hübsches Fotosujet abgibt. Vorbei an der Alp Maroz Dent mit der fünfeckigen Steinmauer erklimmt man das Val da Cam, das einen mit einer Reihe lebensgrosser Steinmänner empfängt. Bis Plan Lö ist Genusswandern im weiten Hochtal angesagt, danach fordert der Weg die Aufmerksamkeit. Schmal und manchmal ausgesetzt ist der Pfad der Südflanke des Piz Duan entlang: Runsen werden gequert und steile Hänge durchstiegen. Dafür hat man nahezu das ganze Bergell im Blick. Auf Cadrin dann die Ernüchterung. Nach fünf Wanderstunden warten zwei weitere zum Abstieg nach Soglio. 1000 Höhenmeter. Und zwei hübsche Alpweiler, die zur Rast laden, bevor im letzten Licht das Dorf erreicht ist, das mit seinen engen Gassen und typischen Steinhäusern Künstler inspiriert und Besucher verzaubert.
Bergwandern im Binntal Nr. 1884
Binn, Feld • VS

Bergwandern im Binntal

Über zwanzig Mineralienarten wurden bisher nirgends anders auf der Welt als im Binntal gefunden. Dazu gehören der Baumhauerit und der Hutchinsonit, aber auch Mineralien mit «einheimischeren» Namen wie etwa Wallisit und Binnit. Die Fundstellen tief im Berg sind nur Wissenschaftlerinnen und Wissenschaftlern zugänglich. Aber auch auf der Halde vor dem Stollen kann man funkelnde Schätze finden. Die Grube liegt am Weg zum Mässersee auf dieser abwechslungsreichen Tageswanderung. Der See entspricht ganz dem Bild des idyllischen Bergsees, gesäumt von einigen alten Bäumen, mit einer kleinen Alphütte und bewacht vom dunklen Massiv des Schwarzhorns. Im Norden reicht dabei der Ausblick bis ins Aletschgebiet. Auch Blumenfreunde kommen hier auf ihre Rechnung, gedeihen im Binntal doch nicht weniger als 700 Pflanzenarten, darunter 14 Enziane und acht Arten von Knabenkräutern. Die Schweizer Skicross-Weltmeisterin und Olympionikin Fanny Smith hat sich aufgemacht, dieses Naturparadies auf einer Bergwanderung zu entdecken. Auf dem Rückweg legt sie bei der Mineraliengrube Längenbach eine Pause ein. Was die glitzernden Kristalle und olympisches Edelmetall gemeinsam haben, erfährt man im Video zu diesem Wandervorschlag.
Sonnenterrasse über dem Saastal Nr. 1619
Gspon • VS

Sonnenterrasse über dem Saastal

Hoch über dem Saastal liegt das sonnenverwöhnte Gspon. Das kleine Bergdorf bietet nicht nur traumhafte Aussicht, sondern mit einem Laden und einem Gasthaus auch sonst alles, was es braucht. Dazu befindet sich in Gspon der höchstgelegene Fussballplatz Europas: Kein anderer Sportplatz liegt gleich hoch wie die Ottmar Hitzfeld Arena auf 1900 Metern Höhe. In der Saison des Schneeschuhwanderns ist allerdings nicht viel von ihr zu sehen. Sie ist unter Schnee begraben. Wer zum Schneeschuhwandern anreist, kann beruhigt ausschlafen, denn früh aufstehen lohnt sich nicht. Die Sonne erreicht das nach Westen ausgerichtete Gspon erst am späten Vormittag und scheint dann dafür bis in die Abendstunden. Zuerst von der Sonne beschienen wird die obere Schlaufe des Gspon-Trails, die auf dem Rückweg mit dem Waldegga-Trail kombiniert werden kann. Der Gspon-Trail wird am besten von der Bergstation der Luftseilbahn aus in Richtung Süden begonnen. Am Hotel-Restaurant Alpenblick vorbei steigt man vor der kleinen St.-Anna-Kapelle hinunter zum Weiler Ze Hiischinu. Unterhalb der Talstation des Skilifts vorbei führt der Trail in einem Bogen Richtung Höhenweg und die Skipisten querend wieder über Furini nach Gspon. Statt zur Bergstation der Luftseilbahn abzusteigen, geht es auf gleicher Höhe weiter zur Sportarena, wo man auf den Waldegga-Trail stösst. Inzwischen sollte die Sonne auch diesen nordseitigen Teil erreicht haben. Im stillen Lärchen- und Arvenwald zeugen ihre Spuren im Schnee von Gämsen und Hirschen. Um sie nicht aufzuschrecken, verhält man sich am besten möglichst ruhig. Im Wald finden sich weitere Trails, die aber nicht markiert sind. Auf teilweise gleichem Rückweg führt der Waldegga-Trail an der Sportarena vorbei und steil hinunter zur Bergstation der Luftseilbahn.
Eintauchen in die Bergwelt oberhalb von Zinal Nr. 1895
Zinal, village de vacances — Zinal, centre • VS

Eintauchen in die Bergwelt oberhalb von Zinal

Die auf 2142 Metern gelegene Cabane du Petit Mountet ist die ideale Adresse für Hüttenneulinge und Familien. Die private Berghütte ist von Zinal aus ohne allzu grosse Anstrengung erreichbar und bietet mit ihren hübschen Zimmern, den vorhandenen Duschgelegenheiten und der saisonalen Küche kleinen und grossen Wanderern mehr Annehmlichkeiten als höher gelegene Unterkünfte. Gastgeberin ist seit einigen Jahren die ehemalige Krankenpflegerin Sarah Beney (geborene Melly), die damit eine Familientradition fortsetzt: Vor ihr waren sowohl ihre Grosseltern als auch ihre Eltern und ihr Bruder als Hüttenwarte tätig, zum einen auf Petit Mountet und zum anderen, ebenfalls im Val d’Anniviers, auf Tracuit. Start der Wanderung ist bei der Bushaltestelle «Zinal, Village de vacances». Die Route folgt zunächst für etwa zwei Kilometer dem Lauf der Navisence, führt danach über eine Brücke und auf der anderen Seite hinauf Richtung Le Vichiesso. Achtung beim Punkt 1856: hier nicht den gelb, sondern den rot-weiss markierten Weg nehmen. Die nur wenige Gehminuten später von der nächsten Gabelung abgehenden Wege führen beide nach Petit Mountet, der linke ist aber der direktere. Zurück nach Zinal geht es über den rot-weiss markierten Weg, der unterhalb der Hütte nach links abbiegt. Beim Punkt 2247 ignoriert man den Alpinwanderweg (blau-weiss markiert), hält sich stattdessen rechts und steigt im Zickzack ab bis zurück zum Punkt 1856. Ab da folgt man dem gelb markierten Weg, der zuerst über und danach entlang der Navisence verläuft. Diese überquert man kurz nach dem Fussballplatz, von wo aus der letzte Kilometer der Wanderung bis ins Dorfzentrum von Zinal führt.
Eine Nacht auf Tracuit Nr. 1902
Zinal, village de vacances • VS

Eine Nacht auf Tracuit

Die Cabane de Tracuit auf über 3200 Metern ist die höchstgelegene Berghütte im Val d’Anniviers. Die Hightechunterkunft ist ein beliebter Zwischenhalt auf dem Weg zum Bishorn (4151 m) und bietet ihren Gästen, ob Bergsteigern oder Wanderern, viele Annehmlichkeiten. Nach dem Aufstieg mit Start in Zinal und einer Nacht in der Höhe geht es am nächsten Tag auf dem blau-weiss markierten Weg hinauf zum Col de Milon. Pickel oder Steigeisen braucht es dafür nicht, aber trittsicher sollte man schon sein. Ausgangspunkt der Wanderung ist die Bushaltestelle «Zinal, Village de vacances», von wo aus die Route parallel zum Torrent de Tracuit ansteigt. Der Bach wird zweimal überquert, bevor es dann beim Punkt 2254 nach rechts in Richtung des Roc de la Vache geht. Beim Punkt 2478 wird erneut abgebogen, diesmal nach links – von hier aus bis zur Berghütte gilt es fast 800 Meter Höhenunterschied zu überwinden. Der nächste Morgen beginnt mit einem knapp halbstündigen Abstieg auf derselben Strecke wie am Vortag, bevor die Route auf den blau-weiss markierten Weg einbiegt. Dieser führt zunächst bergab und auf der anderen Seite der Talmulde - über Geröllfelder und mit Ketten gesichert - wieder hinauf zum Col de Milon. Auf dem Weg hinunter ins Tal lässt sich in der Cabane Arpitettaz ein wohlverdienter Kaffee oder im Lac d’Arpitetta ein erfrischendes Bad geniessen. Danach wird Kurs auf die Navisence genommen. Achtung: nicht den blau-weissen Markierungen folgen, sondern auf dem rot-weiss markierten Weg bleiben. Nach der Überquerung des Flusses führt der letzte Teil der Wanderung über Le Vichiesso und anschliessend der Navisence entlang bis nach Zinal.
Im Reich von Alpenmohn und Steinbock Nr. 1817
Alp Languard — Bernina Diavolezza • GR

Im Reich von Alpenmohn und Steinbock

Auf dieser Wanderung stehen die Chancen gut, am frühen Vormittag Steinböcke beobachten zu können. Denn in dieser Gegend um den Piz Albris lebt eine der grössten Steinbockkolonien der Alpen mit fast 1800 Tieren. Von der Bergstation des Sessellifts führt der Wanderweg über den schäumenden Bergbach Ovel da Languard und auf einem breiten Rücken mit paradiesischer Sicht in das Berninagebiet zur Chamanna Paradis. Von dort geht es ins Val Languard hinunter und am Lej Languard vorbei wieder aufwärts Richtung Suot Albris. In den weiten Geröllfeldern am Fuss des Piz Albris lohnt es sich am meisten, nach den Steinböcken Ausschau zu halten. Sogar in dieser unwirtlich scheinenden Landschaft finden die majestätischen Tiere noch Futter. Bei der Fuorcla Pischa ist der höchste Punkt der Wanderung erreicht. Auf dem Abstieg leuchten ab Ende Juli die zarten gelben Blüten des Rhätischen Alpenmohns aus dem Geröll. Mit einer langen, elastischen Pfahlwurzel ist er im Schutt verankert und kann als eine der wenigen Arten im Geröll überleben. Weiter geht es fast flach auf der östlichen Seite des Piz Albris entlang bis zu einer steil abfallenden Geländekante. Von hier aus werden die Berninapasshöhe und der Lago Bianco sichtbar. Gegenüber präsentieren sich weiss vergletschert und verfirnt die Gipfel der Berninagruppe, unten liegt das grüne Val da Fain. Auf dem nun folgenden Abstieg ist der felsige oberste Teil mit Ketten gesichert. Wenige Meter weiter unten wird der Weg wieder breiter und führt in vielen Kehren den Südhang hinunter in Richtung Bernina-Diavolezza. Die kargen Fels- und Gerölllandschaften werden abgelöst von Zwergstrauchheiden und Weiden in allen Grüntönen.
Durch geheimnisvollen Winterwald Nr. 1775
Mostelberg, Bergstation • SZ

Durch geheimnisvollen Winterwald

Diese Schneeschuhtour ist besonders bei viel Neuschnee ein Genuss. Schon die Fahrt mit der Drehgondelbahn ist ein Erlebnis: Die Gondeln drehen sich einmal um ihre eigene Achse und lassen die Gäste das aussichtsreiche Panorama erst recht geniessen. Auf knapp 1200 Metern angekommen, eröffnet sich ein kleines Winterparadies für Familien: Skilifte, Schlittelpiste, Kinderland, ein Laternenweg oder ein Schneeschuhtrail bieten für jeden Geschmack etwas – vorausgesetzt, man mag es beschaulich. Für das erste Stück lässt man die Schneeschuhe am besten auf dem Rucksack, denn es geht in schwindelerregender Höhe über die 374 m lange Hängebrücke Skywalk. Zum Greifen nah sind die gezuckerten Tannenspitzen und weit unten gurgelt der Lauitobelbach in seinem weissen Bett. Auf der anderen Seite heisst es dann Schneeschuhe anschnallen: das Abenteuer geht weiter. Auf einer Waldstrasse führt der Rundweg nach Nordosten, leicht auf- und abwärts, bis nach rund einer Stunde Wanderzeit bei Mäderen eine Verzweigung erreicht wird: Geradeaus ginge es zur Station Biberegg, wo stündlich ein Bus zur Talstation der Gondelbahn fährt. Der Rundweg jedoch biegt nach rechts ab und stetig aufwärts werden 300 Höhenmeter überwunden. Inzwischen schlängelt sich der Schneeschuhpfad im tief verschneiten Wald den Hang hinauf, um unter der schweren Schneelast ächzende Tannen, über kleine Brücklein und zuletzt durch offenes Gelände zum Grat bei der Bannegg. Bei klarem Wetter ist das Bergpanorama ein Genuss, bei Nebel oder Schneetreiben wird die Unternehmung zu einem kleinen Abenteuer. Nachdem der geografische Höhepunkt bei Spilmettlen (ca. 1460 m) erreicht ist, sind die Strapazen beim rasanten Abwärtsspringen durch den tiefen Pulverschnee bald vergessen.
Bock, auf den Gäbris zu wandern? Nr. 1823
Gais • AR

Bock, auf den Gäbris zu wandern?

Das schleckt keine Geiss weg: Die Wintermonate zeigen sich seit einiger Zeit sehr milde. Man muss die Meteo-App schon sehr gut verfolgen, wenn man sich in den Voralpen eine Wanderung durch ein weisses Winterwunderland vornimmt. Doch es gibt die Tage, an denen sich auch der Gäbris, ein Hügelzug oberhalb des Appenzeller Dorfs Gais, von seiner schneegepuderten Seite zeigt. Die beliebte Rundwanderung für Familien zu den Lieblingsplätzen der Geiss Laura ist das ganze Jahr möglich. Auf Wald- und Wiesenwegen geht es abwechslungsreich durch die sanfte Hügellandschaft zwischen Alpstein und Bodensee. Gestartet wird in Gais. Naschkatzen werden in der Bäckerei-Confiserie Böhli fündig – aber nicht zu hastig, weitere kulinarische Stopps mit lokalen Leckereien warten unterwegs. Diese wollen jedoch verdient sein. Vom Bahnhof von Gais geht es zuerst Richtung Dorfplatz und dann auf der Stossstrasse Richtung Hebrig. Hier zweigt der Weg auf den Sommersberg ab. Auf dem etwas steileren Wurzelpfad im Wald oberhalb von Obere Egg üben sich Junggeissen auf dem Geissensteig, dem Trainingsparcours von Laura. Als Belohnung wartet oben der Ausblick über die Weiten des Rheintals bis zum Säntis. Über ein Hochmoor geht es zur Ferienhaussiedlung Schwäbrig, wo der Weg nach links zum idyllischen Gäbrisseeli abzweigt. Schon kurz darauf erreicht man das Gasthaus Unterer Gäbris. Seine urchige Küche ist weitherum bekannt und stärkt für den Abstieg. Dieser führt vorbei am Gasthaus Oberer Gäbris. Bei der Abzweigung geht es rechts über den weniger steilen Weg via Obergais zurück nach Gais – im Blickfeld die umliegenden schneebedeckten Berggipfel.
Abwechslungsreiche Herbstwanderung Nr. 1637
Luthern Bad • LU

Abwechslungsreiche Herbstwanderung

Beim Napf hat man die Qual der Wahl: Soll es eine kurze Rundtour sein oder eher eine lange Streckenwanderung? Gar eine Übernachtung im Berghotel, farbenprächtiger Sonnenaufgang inklusive? Die hier vorgestellte Rundwanderung kann beliebig abgeändert und verlängert werden. Einzig die Postauto-Verbindungen sollten im Voraus gut geprüft werden, denn der Fahrplan ist nicht immer dicht. Luthern Bad heisst der kleine Startort mit Postautostation, Gasthaus, Luther-Lädeli, Kirche, Wallfahrtskapelle und natürlich der Heilquelle. «Nach einem wunderbaren Traum fand Jakob Minder im Jahr 1581 die Badbrünnliquelle. Den einst regen Badebetrieb gibt es nicht mehr – die Heil- und Anziehungskraft des Wassers aber sind geblieben.» So die Infotafel beim «Arm- und Fussbad», welches in Form einer Grotte neben der Kapelle errichtet wurde. Das 6 °C kalte Wasser hatte Jakob Minder von seiner Gicht geheilt. Hoffentlich ohne Gelenkleiden geht es nun eine Stunde aufwärts via Ober Badegg zum Niederänzi, wo sich der Ausblick nach Süden öffnet und einen ersten Vorgeschmack auf das phänomenale Gipfelpanorama gibt. Die gegen das Luzernerland schroffen Eyflue und Napfflue südseitig umgehend, führt der Weg in leichtem Auf und Ab zum Grüebli und bald auf den Napf. Auf dem grossen Gipfelplateau lässt sichs wunderbar verweilen. Via Alp Trachselegg und Mitteley geht es zurück nach Luthern Bad. Es führen auch Wege nach Romoos Holzwäge, Hergiswil am Napf, Fankhaus, Bramboden oder Menzberg. Und wer gerne etwas mehr Zeit im Napfgebiet verbringen möchte, kann sein Glück beim Goldwaschen in der Fontanne versuchen, Köhlerei oder Schaukäserei besichtigen oder sich einfach an den unzähligen weiteren Wandermöglichkeiten erfreuen.